Agosto 11, 2025
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Berlino, 15 giugno 2024

Il calcio d’inizio del Gruppo B di Euro 2024 – in cui è coinvolta l’Italia, insieme ad Albania, Spagna e Croazia – viene eseguito da Luka Modric, leggenda vivente di questo sport. Ha trascinato sul campo la Nazionale croata nel 2018 in finale di Coppa del Mondo e nel 2022 verso la medaglia di bronzo dei Mondiali: l’epoca d’oro della Croazia è passata, i cicli nella vita finiscono e Modric (seppur titolare) a malapena si regge in piedi ad alti livelli. Il rivale è la Spagna, nella suggestiva cornice dell’Olimpico di Berlino dove Jesse Owens vinse quattro medaglie olimpiche nel 1936 e dove Fabio Grosso segnò il rigore decisivo per la vittoria del Mondiale 2006 da parte dell’Italia (terreno di gioco celebre per la testata di Zidane a Materazzi). La Spagna ha nomi altisonanti, altri più modesti. Di certo spiccano due profili: il mediano Rodri e il terzino destro. Cosa fai nella vita? Gioco a calcio: ho vinto 6 (SEI!) Champions League da titolare. Piacere, Dani Carvajal. Lo scorso 1° giugno ha segnato in finale di Champions contro il Borussia Dortmund, a Wembley. Può mai sentire pressione per una partita del genere? E infatti è lui, fin dai primi minuti, ad assumersi la responsabilità del palleggio spagnolo.

Fin da subito la Spagna si rivela una squadra forte, non leggendaria. Lamine Yamal è un talento grezzo, ha 16 anni e 328 giorni e diventa il calciatore più giovane a esordire in un Europeo: ha già giocato, da titolare, un quarto di finale di Champions (perso contro il Psg, non per colpa sua dato che è stato sostituito quando il Barcellona aveva il pass per la semifinale). In quanto talento grezzo, Yamal va anche tutelato: l’impressione è che senta troppo la pressione, non riesce a giocare un calcio di alto livello. Spreca in malo modo una buona occasione in area di rigore. Avvio di gara piuttosto noioso: da sottolineare solo un tiro debole con cui Morata scalda il piede sinistro. La Croazia ha un baricentro basso, è molto timorosa nei confronti della squadra spagnola (che però non è un’Invencible Armada, bensì una compagine di alto livello che ha i suoi difetti). Il principale schema croato è il lancio lungo verso Budimir, che fa valere la sua fisicità sulla corsia destra rispetto al terzino sinistro iberico Cucurella che è meno dotato in termini di statura. I balcanici, d’altro canto, eccedono troppo in ripartenza dal basso, sbagliando diversi passaggi cruciali in alcune zone scottanti del campo. Budimir avrebbe una buona occasione nell’area di rigore spagnola, ma il difensore Le Normand è molto bravo nel chiudergli il più possibile lo specchio della porta, tant’è che l’attaccante croato può soltanto tirare a lato con la testa.

La situazione si sblocca al 29’, quando la difesa Croazia manifesta un buco clamoroso in difesa. Ne approfitta Morata, che si invola verso la porta dettando una linea di passaggio: conclusione precisa con il sinistro, 1-0 Spagna. Rispondono immediatamente i rivali, ma il tiro di Kovacic a incrociare con il mancino viene bloccato da Unai Simon (che si era già messo in luce con due buoni interventi “da libero”). Dall’altra parte gli iberici trovano subito il 2-0: dribbling di Fabiàn Ruiz che conclude a rete di sinistro, trovando lo spiraglio in mezzo alle gambe dei difensori croati, dopo essersi disimpegnato bene al limite dell’area dei balcanici. Prima dell’intervallo, c’è spazio per ulteriori emozioni: Brozovic calcia dalla distanza, Unai Simon respinge e sulla seconda palla Majer non riesce a inquadrare la porta, con la sua conclusione che termina sull’esterno della rete. Altra palla-gol per i croati: tiro-cross insidioso di Gvardiol, mirato per centimetri “al di là” del palo, sul quale Budimir non riesce a intervenire per una deviazione vincente. Palla sul fondo. Capovolgimento di fronte e gol spagnolo: Lamine Yamal crossa con i tempi giusti premiando il movimento di Carvajal, che di prima trova sotto porta la rete del 3-0. L’impressione è che gli iberici abbiano, a fine primo tempo, raccolto più rispetto a quanto seminato. Fatto sta che la discrepanza di valori tecnici fra le due compagini si fa sentire.

Nella ripresa c’è una novità per la Croazia: entra in campo Ivan Perisic, che segnò in finale di Coppa del Mondo nel 2018 la rete dell’illusorio 1-1 contro la Francia. I croati si impegnano, meriterebbero di accorciare le distanze ma sotto porta Stanisic e Budimir non riescono a segnare nel corso di una clamorosa mischia nell’area piccola della Spagna. Rischia, al tempo stesso, di fare 4-0 la squadra allenata da De La Fuente: Lamine Yamal, da solo davanti al portiere, calcia male e non scarta il cioccolatino a lui offerto da Pedri. Il c.t. croato decide di togliere dal campo Modric: ormai la partita è andata, bisogna preservarlo fisicamente in vista della sfida contro l’Albania. Nel finale il neo entrato Petkovic si fa parare un rigore da Unai Simon: sulla respinta, Perisic serve lo stesso Petkovic che segna. Ma è tutto fermo: Perisic era in area nel momento dell’esecuzione del tiro dal dischetto. Il punteggio resta sul 3-0, ed è il risultato finale. Nell’ultima fase di gara, diversi big spagnoli (tra cui Morata) sono stati fatti rifiatare dal c.t. De La Fuente, con sostituzioni concordate con il preparatore atletico. È entrato in diffida Rodri, ammonito in occasione del fallo che ha causato il rigore croato.

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