Settembre 28, 2024

Monaco di Baviera, 14 giugno 2024

Il popolo tedesco ora ci crede: sognare di vincere questo Europeo è lecito, dopo un esordio perfetto nella manifestazione che la Germania ospita. Il roboante 5-1 inflitto ai danni della Scozia è il perfetto biglietto da visita per una platea internazionale che dal 2018 in poi non ha fatto altro che deridere i teutonici, per umiliazioni subite sul campo che hanno stonato rispetto al blasone che la Nazionale quattro volte campione del mondo vanta. Da non sottovalutare un aspetto che può incidere sulla fiducia del reparto offensivo tedesco, cioè il fatto che tutti gli attaccanti più attesi della Germania si siano già sbloccati al debutto con un gol: non solo il neo entrato Fullkrug, dunque si è trattato di un esordio opposto rispetto a Italia ’90, quando gli Azzurri vinsero per 1-0 grazie a un gol della sorpresa Totò Schillaci nella fase finale di gara. I gol di Wirtz, Musiala, Havertz e Fullkrug sono i primi quattro: dopo il pareggio scozzese arrivato per un’autorete di Rudiger, chiude i conti Emre Can allo scadere.

L’Allianz Arena, per motivi commerciali, in questa manifestazione sarà chiamato “Munich Arena” dagli addetti ai lavori. È il segreto di Pulcinella, in ogni caso, che da decenni lo stadio di Monaco di Baviera (casa del Bayern) porti il nome della società assicuratrice tedesca. Sono le 21:00 del 14 giugno 2024 quando, finalmente, inizia l’Europeo. La grafica prevista dall’UEFA è molto estiva: scritte bianche su sfondo blu, design molto estivo ma i caratteri non sono stravaganti, affinché minuto e risultato finale possano essere chiaramente leggibili da tutti. Durante la cerimonia inaugurale, la Germania omaggia Franz Beckenbauer con la Coppa portata in campo dalla signore Heidi, rimasta vedova lo scorso 7 gennaio in seguito alla scomparsa del più grande difensore tedesco di tutti i tempi. Nel pre-gara i tifosi ospiti si cantano all’unisono “Flowers of Scotland” in maniera commovente, poi arriva il sacro momento dell’inno tedesco. Si può, finalmente, partite.

Nei primi minuti di gara, il ritmo è forsennato: molti lanci lunghi, anche la Scozia dimostra di essere sul pezzo. I britannici cercano sempre di sfondare sulla corsia mancina, attraverso la spinta di Robertson, terzino sinistro che dal 2017 è titolare nel Liverpool: ha disputato tre finali di Champions League, una delle quali l’ha vinta (nel 2019 a Madrid). Contro il Real nel 2018 a Kiev, si è esibito nella più bella diagonale difensiva della storia del calcio: in finale di Champions vede Cristiano Ronaldo involarsi da solo davanti al portiere (nella sua ultima partita di sempre con la maglia nei blancos) e, dopo averlo rincorso per quaranta metri, gli nega la gioia del gol togliendogli il pallone in scivolata all’ultimo, ottenendo addirittura rimessa dal fondo. È una leggenda vivente del gioco, uno dei migliori terzini sinistri di sempre. Ma dalla pandemia in poi, è un po’ calato a livello di rendimento.

La Germania disillude immediatamente la Scozia al 10’, quando gli ospiti lasciano sguarnita una linea di passaggio troppo interessante al limite della propria area di rigore: la palla arriva a Wirtz (fantasista titolare nel Bayer Leverkusen che a sorpresa ha vinto l’ultima Bundesliga, arrivando fino in finale di Europa League), il quale di prima intenzione incrocia con il destro verso la porta avversaria (non perfetto il portiere scozzese Gunn). Ha sempre avuto, questo ragazzo nato il 3 maggio 2003, delle movenze simili a quelle di Francesco Totti: questo un gol pienamente “alla Totti” per la sua intelligente idea e precisa esecuzione. Florian Wirtz va subito a segno: la Germania ha la strada in discesa. Interessante fusione tra senatori e giovani leve: il gol di Wirtz arriva a margine di un’azione avviata da Toni Kroos con la sua consueta apertura di piede destro che ha esibito per anni ad altissimi livelli.

I tedeschi sono già sul 2-0 al minuto 19: Havertz può gestire un pallone molto intrigante nell’area rivale, ma lo gestisce male. L’attaccante dell’Arsenal riesce, però, a rimediare, passando la sfera al compagno di squadra Musiala: stop orientato che spazza via il pressing di McTominay, esecuzione impeccabile con il numero 10 della Germania che tira una bomba nello specchio avversario. Titolare nel Bayern, anch’egli classe 2003: Wirtz e Musiala sono i primi giocatori a segnare in un Europeo con una data di nascita posteriore all’introduzione dell’euro. Tra l’altro, la Germania è l’unico Paese nell’Eurozona tra le Nazionali comprese nel Gruppo A (le altre sono Scozia, Ungheria e Svizzera). Jamal Musiala aveva giocato nell’Under-21 inglese, così come Gunn, il portiere della Scozia sceso in campo a Monaco di Baviera contro la Germania. Entrambi hanno fatto scelte differenti.

L’arbitro francese Trubin indica il dischetto quando Musiala va a terra al limite dell’area scozzese: il Var gli segnala per via auricolare che il fallo è avvenuto fuori area, quindi si procede con una punizione che Havertz calcia di mancino verso il secondo palo. Parata di Gunn: si va avanti. Bel cross di Kimmich (che in Nazionale gioca terzino destro, anche se in carriera ha reso molto meglio da mediano) zona dischetto: dopo un rimpallo, si avventa sulla seconda palla Gundogan che viene steso da Porteous. Inizialmente l’arbitro non fischia, perché ha visto che lo scozzese ha colpito anche la palla. Dopo l’on field review, ovvero la revisione personale dell’episodio effettuata al monitor, Trubin assegna calcio di rigore per la Germania ed espelle Porteous, che in effetti è andato con entrambi in piedi a martello dritto sulla gamba di Gundogan (il quale viene medicato, ma la sua non è una situazione a rischio). Il capitano dei britannici, Robertson, cerca di persuadere l’arbitro: il mio compagno non voleva fare fallo, stava salvando la sua porta a due passi dalla linea e ha anche preso la palla. Niente da fare: rigore. Dagli undici metri si presenta Havertz che manifesta un’ansia poco giustificata: ha un’esperienza da vendere siccome ha segnato in una finale di Champions League finita 1-0, cioè quella del 2021, pertanto è abituato ad avere tutti gli occhi del mondo addosso, anche perché gioca in Premier League da anni. Ma la Nazionale per lui è un’altra cosa: va bene che la Germania è più forte della Scozia, va bene che sta vincendo 2-0 e che gli avversari sono in dieci… ma l’Europeo in casa gli mette ansia. E questa tensione va sciolta. Spiazza Gunn dal dischetto e si toglie un peso: 3-0, la partita nel concreto finisce qui. Prima dell’intervallo il c.t. scozzese non effettua cambi, passando quindi automaticamente alla difesa a quattro.

A inizio ripresa, esce l’unico tedesco ammonito (Andrich) e saranno fatti riposare a gara in corso Wirtz, Musiala, Havertz e Kroos. Lo spettacolo non è un granché: in molti, anche sugli spalti dello stadio, tirano fuori il telefonino per far passare il tempo in maniera più piacevole (e questo è un aspetto che deve far riflettere, per il futuro di questo sport che non può fare a meno della sua attrattività televisiva). Per la Scozia esce Adams che non è riuscito nel primo tempo a incidere in attacco (non solo per suo demerito, siccome doveva duellare contro Rudiger e Tah). Ci prova la Scozia su punizione, con McGinn che a gioco fermo va a disturbare Neuer, ma McTominay calcia decisamente male. Dall’altra parte Rudiger fa partire un bel tiro dai trenta metri: Gunn devia in corner con la mano aperta. Due iniziative da parte di Musiala, che con la maglia numero 10 sulle spalle si prende la scena a casa sua, siccome gioca nel Bayern Monaco: fa assist per Wirtz ma quest’ultimo calcia alle stelle da buona posizione, mentre la seconda occasione viene sciupata da Grob. Si arrabbia il c.t. Nagelsmann in panchina quando Tah si fa ammonire (arriva in ritardo sull’avversario, giallo sacrosanto) a risultato già acquisito su un banale contrasto a centrocampo. Al posto di Havertz e Wirtz, entrano Sané e Fullkrug: quest’ultimo ha giocato lo scorso 1° giugno a Wembley la finale di Champions League contro il Real Madrid, è stato sfortunato sotto porta (ha ricevuto palle scomode) e in settimana ha avuto in allenamento una lite con Rudiger, suo compagno di Nazionale e titolare nei galacticos. Si è fatto conoscere agli occhi della platea internazionale quando nel 2022 segnò ai Mondiali contro la Spagna: dopo un minuto dal suo ingresso in campo, il centravanti del Borussia Dortmund spara un destro clamoroso all’incrocio dei pali, segnando quello che al momento è il gol più bello di questo Europeo. Due minuti più tardi segna il 5-0, ma il Var annulla per iniziale posizione (millimetrica) di fuorigioco. In area di rigore è un animale: chiede palla, si fa valere con carattere e personalità, si impegna anche se il compagno gli fa un passaggio scomodo. In questo aspetto ricorda molto Osimhen.

Sané avrebbe una buona occasione nell’area di rigore avversaria, ma è troppo lezioso: Gunn blocca. Incredibile come la Germania abbia in panchina due calciatori dallo spessore di Sané e Fullkrug. Il terzino sinistro Mittelstadt, su sviluppi di calcio d’angolo, al limite dell’area scozzese avrebbe una buona occasione sui suoi piedi, ma calcia alto con il mancino. Nel finale Robertson calcia una punizione con tutta la Scozia che va a saltare: rimpallo fortuito, autorete involontaria di Rudiger con Neuer che non dimostra di avere i riflessi pronti (aveva forse mollato anche lui, sul 4-0 in favore dei tedeschi). Allo scadere segna il 5-1 Emre Can, anch’egli titolare in finale di Champions League con la maglia del Borussia Dortmund: non doveva essere convocato, ma l’infortunio di Pavlovic ha obbligato il c.t. Nagelsmann a chiamare il mediano ex Juve. Ed ecco come risponde alla chiamata, “l’ultimo arrivato”! Tra l’altro, è rimasto a casa Goretzka che è titolare nel Bayern Monaco e che quest’anno ha fatto uno splendido assist nei quarti di Champions League: alto, altissimo il livello dei calciatori tedeschi in questa generazione. Alla fine, però, contano gli undici che vanno in campo. La Scozia, a Monaco di Baviera, è stata strapazzata. La Germania torna a far parlare in maniera positiva di sé a livello calcistico in un grande torneo, ma il primo tassello non basta: occorre dare continuità. Ora aumenta la pressione nei confronti della Nazionale tedesca, con le aspettative dei tifosi interni e dell’opinione calcistica internazionale che si alzano notevolmente.

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